[…] Questa volta però, se ho capito bene il racconto che mi è stato fatto, mi tocca da un lato precisare ciò che scrive il giornalista, ma dall’altra ringraziare davvero repubblica perché, involontariamente, contribuisce a confermare il fatto che, come ripeto da quasi tre anni, sono totalmente estraneo a qualsiasi vicenda malavitosa collegata ai “grandi eventi”. Correttamente si riporta il fatto che i miei due cellulari sono stati intercettati per 40 giorni. Delle migliaia di telefonate registrate in quel periodo, neppure una è stata ritenuta utile ai fini delle indagini. In quei giorni si registrano un numero esiguo di chiamate del Sig. Anemone al sottoscritto – che certamente non chiamava “di continuo”, altrimenti risulterebbe – solo per questioni di lavori in corso alla Maddalena. Il tono delle telefonate è inequivocabile. Quelle riferite dal giornalista relative alle sedute di fisioterapia e non di massaggi a sfondo sessuale sono state registrate dai telefoni dei Sig.ri Anemone e Rossetti sei mesi prima che gli inquirenti mettessero sotto controllo i miei cellulari. Dagli atti emerge chiaramente come i magistrati avessero deciso tali intercettazioni proprio perché non riuscivano ad avere nulla da imputare al sottoscritto di penalmente rilevante. Lo stesso accade durante i 40 giorni di intercettazioni: anche questa considerazione emerge dagli atti dell’indagine.
La vicenda più clamorosa riguarda però la decisione di interrompere le intercettazioni ai miei due telefonini, presa proprio quando…”Bertolaso diviene il perno di tutte le operazioni a seguito del sisma aquilano, il terminale con il quale il mondo politico si relaziona per intervenire su l’Aquila….”!
La cosa si deve leggere così: un sospettato, nel momento in cui riceve carta bianca per gestire due miliardi di euro per i soccorsi agli abruzzesi e potrebbe pertanto, se davvero fosse un corrotto, aiutare amici, parenti e politici oltre a quelli che ridevano quella notte, viene invece inspiegabilmente escluso dai controlli! […]