di Marianna Gianforte, G.com – Il Comune dell’Aquila non entrerà nella rosa dei soci fondatori della costituenda Banca cooperativa dell’Aquila. A dare lo stop all’amministrazione comunale, partita di corsa per agganciare il treno della prima banca del territorio, è stata la Corte dei Conti dell’Aquila, alla quale il Comune aveva chiesto un parere che si è rivelato negativo.
O meglio: «ambiguo», a detta dell’assessore al Bilancio, Lelio De Santis. Dunque il Comune, che fin dai primi momenti aveva dato il suo appoggio alla banca, non potrà impegnare i 10mila euro, quota parte per entrare nel gruppo dei soci fondatori. «Non sembrerebbe praticabile tra le opzioni concesse al Comune la costituzione della Banca cooperativa insieme a soggetti privati – si legge nel parere della Corte dei Conti, arrivato due giorni fa nelle mani dell’assessore – attraverso un apposito conferimento». La Corte dei Conti, insomma, pone un dubbio «non sull’adesione, ma sul conferimento di quote, che siano una o 100, alla banca», chiarisce De Santis. Infine, nella sua risposta, la Corte rimanda «all’atto consiliare» la decisione finale. Il che sta a significare: non sarebbe opportuno che un’amministrazione comunale versi soldi pubblici nelle casse di un’azienda privata; ma poi dovrà essere il consiglio comunale a decidere, motivando la scelta di conferire la somma.
Si ferma, così, l’ambizione del Comune di aderire al’inziativa del Comitato promotore della Banca dell’Aquila, anche se «non farà mancare il suo sostegno e contributo – ha garantito De Santis al presidente del comitato promotore, Roberto Madama e a Matteo Gizzi, membro del Comitato, nel corso di un incontro questa mattina – e già i singoli consiglieri e assessori provvederanno a partecipare direttamente a livello personale. Ci mettiamo, in sostanza, i soldi nostri». Uno stop, quello della Corte dei Conti, inatteso dal Comune, il quale confidava nell’esistenza già di pareri positivi su simili esperienze in altre realtà: Puglia e Piemonte ad esempio.
La Banca intanto procede nella raccolta di fondi e di soci. La raccolta di fondi sta andando bene e i primi sportelli della Banca cooperativa dell’Aquila potrebbero vedere la luce tra pochi mesi. «Sulle ottomila azioni da collocare originariamente – ha ricordato il presidente Madama – sono 7.400 quelle collocate, per un totale di 3,7 milioni di euro sottroscritti a oggi da 1.180 soci fondatori. Il dato è di ieri (giovedì 23 maggio)». Ora c’è da raggiungere il tetto di 4 milioni di euro fissato dalla normativa per poter aprire la banca .
L’idea su cui poggia l’iniziativa di una banca tutta aquilana è stata ricordata da Gizzi, uno degli ispiratori del progetto. «Alla base c’è la volontà di avere una banca attenta ai bisogni e alle esigenze del territorio. È un progetto di cui potrà trarre vantaggio tutta la città. Si tratta dell’unico istituto bancario a proprietà diffusa per i cittadini della città dell’Aquila». Ciò che i soci si aspettano da questa nuova banca è un cambio di passo soprattutto per quel che riguarda l’accesso al credito da parte delle imprese locali che dopo il terremoto hanno trovato porte chiuse». È importante, inoltre, il ruolo che la banca avrebbe sui fondi da reinvestire che, così, resteranno sul territorio. Al progetto hanno già risposto numerosi altri Comuni dell’Aquilano. Tra questi: Capitignano, Fossa, Pizzoli, Santo Stefano di Sessanio.