Sono circa 1.200.000 le cause pendenti che vedono impegnata l’Avvocatura dello Stato. A rendere noto il dato è l’avvocato generale dello Stato, Michele Giuseppe Dipace, nel suo discorso di insediamento, pronunciato oggi alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Dipace ha rilevato una «notevole crescita del contenzioso e un maggiore aggravio della funzione consultiva dell’Avvocatura, a fronte di una significativa carenza di organico».
Se nel 1976, quando l’Avvocatura dello Stato ha compiuto 100 anni, gli affari nuovi erano circa 41mila, nel 2012 sono stati ben 155mila, con una media negli ultimi dieci anni di circa 175mila affari. «A fronte di tale smisurata crescita – ha rilevato Dipace – il ruolo degli avvocati e Procuratori dello Stato, che nel 1976 constava di complessive 276 unità, oggi comprende solo 370 unità, di cui soltanto 334 in servizio». A questa “inadeguatezza” del personale togato, ha detto l’avvocato generale, «si accompagna anche quella del personale amministrativo».
Le cause pendenti, dunque, «anche a causa della notoria eccessiva durata dei processi», ha osservato Dipace, tra vecchie e nuove, sono circa 1.200.000: vi sono «diverse centinaia di migliaia di affari degli anni scorsi ancora pendenti”, oltre alle 155mila cause sopravvenute nel 2012, il che, secondo l’avvocato generale, “implica una mole di lavoro imponente per ogni avvocato, con una media di ben 488 nuovi affari annui pro capite».
Nonostante questo, Dipace parla di ‘risultati altamente positivi’, ricordando i 346 affari trattati nel 2012 dinanzi ai giudici comunitari, tra cui la controversa questione dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. A livello nazionale, nel 2012, sono stati trattati dall’Avvocatura dello Stato 642 giudizi davanti alla Consulta, tra cui quello sulla fecondazione assistita eterologa e il conflitto di attribuzione tra Quirinale e Procura di Palermo sulle intercettazioni che coinvolgevano indirettamente Napolitano.
Dipace, poi, ha ricordato l’attività consultiva dell’Avvocatura, con la predisposizione del decreto salva Ilva, la tempistica dell’indizione per le elezioni nella Regione Lazio, l’assetto dei rapporti contrattuali per il ponte sullo Stretto. Per quanto riguarda poi i processi penali, l’Avvocatura dello Stato risulta, a vario titolo, coinvolta in quelli inerenti l’incidente ferroviario di Viareggio, il naufragio della Concordia, e l’attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, nonché il procedimento sulla trattativa Stato-Mafia in cui lo Stato è parte civile.
In Cassazione, ha sottolineato l’avvocato generale, il contenzioso dello Stato «ha rappresentato oltre un terzo di tutto quello all’esame della Suprema Corte e, di questo terzo, circa il 90% è costituito dal contenzioso tributario». Dalle statistiche del 2012, emerge l’elevata entità del contenzioso di pertinenza dell’Agenzia delle Entrate e l’esito dei giudizi si conferma favorevole all’erario, con una percentuale di vittoria di oltre il 70%. «Ciò significa che, su un valore annuo di 1,7 miliardi di euro contestato, il valore delle cause con esito favorevole all’amministrazione tributaria – ha concluso Dipace – è pari a 1,3 miliardi di euro».