Il paziente è arrivato in ospedale un mese fa ed è ormai fuori pericolo, ricoverato in Neurologia e sottoposto a terapia. Vista la rarità della patologia e la sua complessità, una variante clinica di una malattia rarissima, l’angiopatia amiloide cerebrale infiammatoria, la degenza dell’uomo è oggetto di particolare e scrupolosa attenzione. Decisivo, nella ‘decifrazione’ del rarissimo caso di malattia, sono stati la determinazione, l’impegno e soprattutto l’intuito professionale del dr. Berardino Orlandi che, con la collaborazione dell’equipe di neurologia, ha avviato contatti, raccolto pareri e consultato le fonti scientifiche disponibili, in particolare quelle sulla letteratura internazionale. «Il quadro del paziente», dichiara il direttore di neurologia di Avezzano, prof. Marini, «è subito apparso particolarmente grave, con una sofferenza diffusa di tutto il cervello, con la possibilità di una evoluzione infausta. La diagnosi si è presentata particolarmente difficile, non essendo il quadro clinico e radiologico riferibile a nessuna patologia nota. Grazie alla collaborazione dei colleghi del servizio di diagnostica per immagini del nostro ospedale, ma soprattutto all’impegno e alla tenacia del dr. Orlandi, e’ stato possibile giungere ad una diagnosi e identificare la cura appropriata. In virtù del trattamento immunosoppressivo e cortisonico il paziente ha avuto un rapido miglioramento clinico ed è fuori pericolo. Il soggetto è ancora degente, in attesa di una conferma definitiva della risoluzione del quadro clinico. La patologia identificata», aggiunge Marini, «è una variante clinica di una malattia rarissima, l’angiopatia amiloide cerebrale infiammatoria, un processo infiammatorio dei vasi cerebrali in pazienti affetti da encefalopatia amiloide. Si tratta di una rarissima forma di encefalite autoimmune, della quale in Italia si contano una decina di casi».