Autovelox Bussi, primo ricorso accolto dal giudice di pace
di Redazione | 16 Giugno 2020 @ 16:43 | CRONACAL’AQUILA – “Il 3 giugno 2019 per gli automobilisti che assiduamente transitano lungo la S.S. 153, all’altezza di Bussi sul Tirino in provincia di Pescara, è iniziato un vero e proprio incubo a causa della presenza dell’oramai più famoso autovelox d’Abruzzo, che tuttavia sembra stia per finire. Il 12 giugno scorso è stato discusso nel merito il primo di una lunga serie di ricorsi (più di cento patrocinati dalla sottoscritta), con esito favorevole per il ricorrente”.
Lo annuncia l’avvocato Carlotta Ludovici del Foro dell’Aquila.
“Infatti, il ricorso è stato accolto dal giudice di pace di Pescara, Anna Maria Leombruni, la quale ha depositato, a fine udienza, il dispositivo della sentenza di accoglimento dell’opposizione. Si resta in attesa delle motivazioni della stessa”.
“Un lavoro minuzioso ed accurato – afferma la Ludovici in una nota – con il quale sono stati portati all’attenzione del giudice di pace incaricato in primis l’invisibilità oggettiva dell’autovelox, la segnaletica di preavviso non regolamentare ed anche la mancata omologazione del velox in questione, oltre ad altri motivi di ricorso quali l’attività notificatoria illegittima, alcune problematiche inerenti la taratura iniziale del dispositivo, tutti motivi che hanno fatto sì che la giustizia trionfasse”.
“Giova, inoltre, evidenziare che per rendere più visibile l’autovelox de quo attualmente è stata adottata la triste scelta di sradicare gli alberi che circondavano il velox, in totale spregio del rispetto per l’ambiente e la natura. Questa sentenza di accoglimento fa da apripista ad altre decisioni che susseguiranno nel tempo e sicuramente rappresenta una importante punto di partenza riguardo il famoso caso dell’autovelox di Bussi sul Tirino, che passerà alla storia con più di 45.000 multe notificate”.
“La risposta positiva della Giustizia nei confronti di un’ingiustizia perpetrata a scapito di migliaia di utenti costretti a percorrere incessantemente quel tratto di strada per motivi di lavoro o di salute possa rappresentare un barlume di luce nel buio e soprattutto un monito a ché le amministrazioni pubbliche comincino a collaborare con i cittadini piuttosto che remare contro i loro interessi”, conclude la Ludovici.