Aumentano le molestie di strada, il cat calling non è un complimento
di Cristina D'Armi | 02 Aprile 2021 @ 07:00 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Sono sempre di più le donne vittime di catcalling, la molestia verbale che viene fatta da sconosciuti per strada.
La maggior parte delle donne, almeno una volta nella vita, si è sentita dire “Ciao bella” da un passante sconosciuto.
Alcuni potrebbero pensare “Cosa c’è di male? E’ solo un complimento”.
Parole, fischi e piccoli gesti, non sembrerebbero delle vere e proprie molestie, eppure, provocano un forte turbamento nell’animo di chi le riceve.
La persona vittima di catcalling
spesso, non sa come reagire non sapendo chi ha davanti e come questo potrà a sua volta reagire davanti ad una risposta inaspettata. Se la vittima è una donna, solitamente, il primo senso di colpa è per l’abbigliamento, “forse sono troppo provocante”, ignorando che indossare una minigonna, piuttosto che un pantalone, non è certamente una scusante per i molestatori. Vittime di catcalling sono anche gli uomini (in numero inferiore), omosessuali e transgender.
Il “Ciao bella” di uno sconosciuto, non è certamente paragonabile a quello di un amico.
Inoltre non è ritenuto come un complimento dalla diretta interessata se, in quel momento, la stessa non si sente così. Ad influire è anche il modo in cui viene posto l’apprezzamento. Una cosa è sentirsi dire “Ei bionda” altra è “Ti ho notato per il tuo taglio di capelli, sono molto belli”.
Il gruppo “Hollaback!” e la Cornell University
hanno intervistato alcune donne sull’argomento in questione ed è emerso che il 71% delle intervistate è stato seguito da un uomo o da un gruppo; una su quattro è arrivata in ritardo in ufficio o a scuola; il 16% ha rifiutato un’offerta di lavoro; l’88% ha cambiato itinerario nelle volte successive ed il 19% ha cambiato casa o città. Altrettante sono state le donne che hanno rinunciato alle uscite serali e quelle che hanno cambiato il modo di vestirsi. Circa la metà delle signore sono state addirittura palate contro la propria volontà.
In Italia
non è prevista alcuna norma che punisca questo comportamento, a differenza di altri paesi. In Francia, ad esempio, è in vigore una legge contro le violenze sessiste, insulti da strada compresi.
Emmanuel Macron:
“Le donne non devono in alcun modo aver timore di andare in giro”.