di Germana D’Orazio – L’Aquila continua a perdere occasioni di fare bella figura in Italia. Nonostante la buona volontà degli storici dell’arte a mantenere viva l’attenzione sulla città ferita con un raduno nazionale, poche immagini parlano chiaro.
Se non fossero chiare le immagini si specifica che riguardano una ottantina di persone che giravano intorno all’aiditorium di Renzo piano chiuso. Così come era chiuso il bar.
Il gioiello architettonico più famoso dell’Aquila era sbarrato. Anziché aprire, mostrare, utilizzare tutti gli effetti benefici derivante da tale donazione, il Comune dell’Aquila ne lamenta gli alti costi di gestione. Se il legno colorato fosse stato in Norvegia, sarebbe stato aperto h24 per bilanciare il rapporto costi benefici di gestione. A L’Aquila il cubo, come è semplicisticamente definito, sembra un guaio caduto dal cielo al pari di un meteorite.