Assicurazione, targa e frecce per biciclette: la proposta di Salvini non piace ai cicloamatori
Acma e Fiat polemici: "Non esiste in Europa, si disincentiva la mobilità dolce"
di Redazione | 09 Giugno 2023 @ 10:14 | POLITICA
L’AQUILA – Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato durante un question time alla Camera dei Deputati alcune novità riguardanti la riforma del Codice della Strada. Tra le modifiche proposte, si prevede l’introduzione di obblighi per la mobilità dolce, ovvero monopattini e biciclette, quali l’uso del casco, l’assicurazione, l’apposizione di una targa e l’utilizzo delle frecce.
Il ministro ha sottolineato l’importanza di tali misure a seguito di un incidente avvenuto in provincia di Brescia, in cui un ragazzo in monopattino è stato ucciso da un motociclista. Tuttavia, vengono sollevati dubbi sulla reale efficacia di tali obblighi per la sicurezza stradale. Le statistiche sull’incidentalità, spiegano le associazioni critiche, indicano che la questione è più complessa e che, per aumentare la sicurezza di tutti gli utenti è necessario concentrarsi soprattutto sui mezzi più pesanti e veloci.
L’introduzione di nuovi obblighi per i ciclisti potrebbe disincentivare l’uso delle biciclette senza migliorare effettivamente la sicurezza stradale. Inoltre, viene evidenziato che nessun paese ciclisticamente avanzato ha adottato contemporaneamente l’obbligo di casco, targa, assicurazione e frecce per le biciclette come proposto dal ministro Salvini.
Anche l’ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, ha respinto la proposta del ministro, sottolineando che tali obblighi non sono presenti in nessun paese europeo. L’ANCMA ritiene che per aumentare la sicurezza stradale per i ciclisti sia necessario un impegno strutturale ed educativo anziché l’introduzione di nuove normative che penalizzano gli utenti deboli della strada.
La Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta), la principale associazione di ciclisti non sportivi in Italia, ha criticato duramente l’annuncio del ministro Salvini, affermando che tali misure colpevolizzano le vittime della violenza stradale e che normative simili non esistono in nessun altro paese europeo. Secondo la Fiab, bisogna intervenire sulle principali cause degli incidenti, come la velocità elevata, la distrazione e la mancanza di rispetto delle precedenze, anziché imporre obblighi aggiuntivi ai ciclisti e ai conducenti di monopattini.
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