

L’AQUILA – “Tra le varie criticità che contraddistinguono l’Asl dell’Aquila in questa delicata fase di pandemia c’è anche quella che riguarda la posizione del direttore amministrativo, il dottor Stefano Di Rocco, posizione sulla quale parrebbero emergere gravi profili di illegittimità”. Lo dice il coordinatore regionale della Lega, il deputato aquilano Luigi D’Eramo.
“Tra i tanti dossier che la Lega sta vagliando – dice il deputato – vi è anche quello relativo al dottor Di Rocco, attuale dirigente amministrativo aziendale. Da quanto emerge, infatti, Di Rocco è approdato all’Asl nel 2011, a seguito di mobilità, proveniente dalla Comunità Montana Valle Roveto, ente in cui, dal 26 ottobre del 1987, aveva la stessa qualifica. Essendosi laureato nel 1985, appare evidente che dopo soli due anni non avrebbe potuto acquisire la qualifica di dirigente perché, in forza dell’ordinamento giuridico vigente, anche nel periodo di riferimento, per poter accedere al concorso per dirigente è richiesto l’aver svolto il servizio nella qualifica immediatamente inferiore (funzionario amministrativo) per almeno cinque anni. Dal curriculum non emerge né l’avvenuto superamento di un pubblico concorso per funzionario né il superamento del pubblico concorso per l’accesso alla dirigenza e benché mai l’avvenuto svolgimento delle mansioni nel ruolo di funzionario per almeno un quinquennio. Dunque emerge dal curriculum stesso che il dottor Di Rocco non poteva aver acquisito la qualifica di dirigente amministrativo in due anni; se così è alle’epoca non dirigente, non può esserlo in Asl e sarebbe nullo il rapporto in corso”.