Anno giudiziario 2022: inaugurazione nel ricordo delle vittime di Rigopiano

Diminuiscono i reati in tutti i distretti, eccetto quelli di genere: in aumento violenze, maltrattamenti e atti persecutori nei confronti delle donne

di Marianna Gianforte | 22 Gennaio 2022 @ 12:09 | ATTUALITA'
ANNO-GIUDIZIARIO-2022
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L’AQUILA – È stato inaugurato questa mattina nell’aula magna del palazzo di giustizia l’anno giudiziario 2022, in concomitanza con tutte le Corti d’appello d’Italia alla presenza, in ciascun distretto, di un rappresentante del Consiglio superiore della magistratura. In apertura della cerimonia la presidente della Corte d’appello Fabrizia Francabandera, da cinque anno a capo dell’amministrazione della giustizia abruzzese, ha sottolineato come anche quest’anno l’ inaugurazione dell’anno giudiziario si svolge in un contesto di emergenza sanitaria: 

“Siamo presenti in pochi oggi, nel rispetto delle regole di condotta adottate per arginare la pandemia causata dal nuovo coronavirus che attualmente ci condizionano”.

Francabandera ha ringraziato il Consiglio superiore della magistratura, i presidenti degli ordini forensi, i giornalisti, le autorità civili e religiose, gli uffici amministrativi dei tribunali, i sostituti procuratori generali.

Preoccupante, per la presidente, anche la chiusura dei piccoli tribunali abruzzesi di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto e gli accorpamenti, intorno a cui ci sono proteste e scioperi.  

“Il 14 settembre è vicino, ma non sappiamo nulla, perché il ministero non ha ancora parlato con nessuno, su come si ci attrezzerà almeno nei primi tempi per il regolare svolgimento delle attività in quelli oggetto di soppressione”.

RIGOPIANO

Una cerimonia segnata dal ricordo del quinto anniversario della tragedia di Farindola del 18 gennaio del 2017, quando una valanga travolse l’hotel resort Rigopiano uccidendo 29 persone.

“Fatti che hanno lasciato ferite inguaribili non soltanto nei famigliari delle vittime e nei superstiti, ma nell’intera comunità abruzzese e nazionale. Ci inchiniamo alla memoria delle vittime. Il processo che si occupa dei profili penalistici di quelle drammatiche circostanze sta facendo il suo percorso, anche se i tempi sono quelli necessari per la complessità della ricostruzione dei fatti, dal numero degli imputati co posizioni di garanzia molto differenti tra loro, dal gran numero di parti civili”.

La presidente ha poi sottolineato, in un riferimento forse garbatamente rivolto al presidente della Regione Marco Marsilio, che aveva esortato o richiamato a una maggiore celerità la giustizia proprio durante la commemorazione delle vittime:

“Mi è capitato di leggere che del tempo sia trascorso inutilmente, ma posso assicurare che massimo è stato, ed è tuttora, l’impegno del tribunale di Pescara nel portare avanti, dopo la pausa imposta nel 2020 dall’emergenza sanitaria, in piena sicurezza sanitaria, il compito difficile che la legge le assegna, nel rispetto delle garanzie della difesa e delle legittime attese dei parenti delle vittime e dei superstiti”.

EMERGENZA SANITARIA E PANDEMIA: “ATTENZIONE AI COMPLOTTI E ALLE FAKE NEWS”

La pandemia da Sars-Cov-2 coinvolge la vita delle comunità. Lo ha sottolineato la presidente Francabandera:

“La diffusione del nuovo coronavirus condiziona ormai da quasi due anni la nostra vita quotidiana, i nostri progetti, i nostri movimenti. Mai come in questa drammatica occasione la scienza ha mostrato di essere l’unico strumento di cui l’uomo moderno dispone per combattere questa battaglia di vita, baluardo di razionalità che ha messo a nostra disposizione in un tempo brevissimo vaccini e cure che stanno salvando insieme alla salute, il nostro stile di vita, l’economia, il lavoro. Eppure emergono ogni tanto in superficie le tracce di quel che il virus sta lasciando sedimentare sul terreno, una sorta di irrazionale “pensiero magico”, che si esprime anche in forme organizzate di protesta, sia pure minoritarie. Ce lo ha confermato il Censis nel rapporto annuale uscito alla fine dello scorso anno, sorprendendoci con la notizia che per alcuni milioni di italiani (che pure sono vaccinati in percentuali molto alte) il Covid non esiste, il vaccino è inutile, le misure che adottiamo per fronteggiare la pandemia sono l’occasione per confiscare ai cittadini le loro libertà, per manipolarli e condizionarne le scelte, in una sorta di “dittatura sanitaria” voluta dai soliti “poteri forti”.

In questo contesto di precarietà della società, che si allarga dal livello sanitario a quello economico, per Francabandera:

“Ancora una volta la sfida deve essere quella dell’efficienza, perché soltanto istituzioni competenti e capaci di realizzare il compito per cui sono pensate, avendo di mira solo l’interesse della collettività, possono contribuire a recuperare il rispetto e la fiducia dei cittadini”

LA RELAZIONE

Una corposa relazione di circa 256 pagine, presentata oggi in occasione della cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario è stata l’occasione per render conto del lavoro che svolgono gli uffici giudiziari dell’intero distretto. In copertina l’immagine di palazzo Ardinghelli, splendidamente restaurato dopo il sisma grazie anche al contributo della Russia, esempio di Barocco in Italia e al centro di una nuova vita con la nascita della sede distaccata del museo Maxxi di Roma. Dedicato al presidente della Repubblica, al termine del suo settennato, Sergio Mattarella, l’incipit del lavoro.

SETTORE CIVILE E LAVORO

Gli otto tribunali del distretto giudiziario – si legge nella relazione – hanno registrato anche quest’anno gli effetti deflattivi pressoché nulli della mediazione civile obbligatoria (con dati addirittura inferiori a quelli già insignificanti degli scorsi anni, essendo stato definito in tal modo solo l’1,79% delle controversie). Sono stati iscritti circa 34mila nuovi procedimenti, in aumento rispetto allo scorso anno e in controtendenza rispetto al trend decrescente da tempo annualmente osservato, si spera come temporanea conseguenza del rallentamento nei mesi di lockdown. Gli uffici sono riusciti comunque a definirne di più, circa 36.700 (in aumento rispetto ai 32mila dello scorso anno, dato anch’esso influenzato dalle chiusure della primavera del 2020), così garantendo la riduzione della pendenza totale, scesa a poco meno di 30mila procedimenti totali, risultato lusinghiero che conferma il grande impegno dei magistrati, togati e onorari, e la tenuta della giurisdizione.

CORTE D’APPELLO

In Corte d’appello sono in modesto aumento i procedimenti di nuova iscrizione, pari a circa 2.600. Le sezioni “Civile” e “Lavoro” ne hanno definiti oltre 3.500, in notevole aumento rispetto allo scorso anno; questo ha garantito l’obiettivo di progressiva riduzione della pendenza, scesa del 18%, a poco più di 4mila procedimenti, con alti indici di ricambio (ben oltre il 100%) e riduzione generalizzata del “disposition time”, oggi pari a 622 giorni per il contenzioso, a 95 per la “volontaria giurisdizione” e a soli 210 giorni per le cause in materia di lavoro e 174 per quelle in materia previdenziale. Dati, questi ultimi, che confermano l’efficienza del modulo organizzativo, facilitato dal rito, da tempo adottato dalla sezione “Lavoro”, che ha mantenuto altissima la capacità definitoria in un settore in cui la celerità dei tempi della giustizia è fondamentale.

SETTORE PENALE

Anche nel settore penale il bilancio è nell’insieme positivo, ha sottolineato la presidente nella sua corposa relazione, a conferma dell’impegno di tutti e dell’utilità degli strumenti processuali straordinari apprestati dal legislatore dell’emergenza. Nei tribunali è proseguito il lieve calo delle nuove iscrizioni, da tempo registrato: sono stati infatti poco meno di 8.500 i nuovi procedimenti (oltre 9mia lo scorso anno), di cui 8mila nel settore monocratico e circa 500 nel settore collegiale, quest’ultimo con un preoccupante incremento del 25%, determinato anche dalle novità legislative in tema di reati di genere, che stabiliscono la competenza del giudice collegiale in presenza di alcune aggravanti, novità certamente ispirate a ragioni di tutela delle vittime ma di pesante impatto sulla organizzazione del lavoro.

Nonostante il rallentamento imposto dal rispetto delle norme emergenziali, gli uffici sono riusciti a garantire un numero di definizioni (oltre 8.700) adeguato a fronteggiare la sopravvenienza e a evitare la formazione di nuovo arretrato, ma certamente non tale da aggredire il vecchio. Pendono, infatti, quasi 19mila procedimenti, di cui quasi mille nel settore collegiale, e ciò costituisce un peso che è difficile affrontare ed eliminare senza interventi di sistema. L’anno ha registrato un lieve aumento delle sopravvenienze, poco più di 2.800 nuove iscrizioni, comunque inferiore alla media degli ultimi anni, cui ha corrisposto un aumento delle definizioni (poco superiore a 3mila), di cui circa 500 sentenze dichiarative della prescrizione. La pendenza totale, tuttavia, supera di poco i 4.600 procedimenti, in flessione del 6% rispetto allo scorso anno.

REATI DI GENERE (IN AUMENTO) E PREVENZIONE

In termini generali diminuisce il numero dei reati (di oltre duemila unità nel distretto), soprattutto di quelli più gravi, con la dolorosa eccezione, nonostante le leggi, gli interventi, l’attenzione politica e mediatica, dei reati di genere: non tanto dei femminicidi, che suscitano clamore (per fortuna pochi in Abruzzo), quanto delle violenze, delle condotte persecutorie, dei maltrattamenti, che, com’è noto, sono la punta dell’iceberg di un fenomeno più ampio. Le donne, infatti, ancora oggi, preferiscono non denunciare, rinunciando a chiedere l’intervento dell’autorità, pur di non correre il rischio di esporsi senza al contempo trovare risposte adeguate e aiuti concreti nella ricostruzione di un percorso di vita che si vuole interrompere. Ben vengano, allora, tutte le iniziative che, da un lato, agevolano l’emersione e la punizione dei “fenomeni anticipatori” (come le direttive alla polizia giudiziaria efficacemente adottate da tutte le procure del distretto); dall’altro, si adoperano per l’immediata “presa in carico” delle persone offese (come i protocolli con istituzioni e organizzazioni del volontariato, la creazione di centri di ascolto e coordinamento dei primi interventi), consentendo di velocizzare i flussi informativi ed evitando l’errore frequente di minimizzare le condotte aggressive, per non dover poi, come spesso accade, ritrovarsi a piangere l’ennesima vittima parlando di “gesti folli e improvvisi”.

TRIBUNALE MINORILE

Il problema della violenza intrafamiliare e della sua nefasta influenza sulla personalità dei membri più fragili dei nuclei familiari, con drammi personali e costi sociali, è stato affrontato con particolare cura, come sempre, dal Tribunale e dalla procura per i minorenni. In particolare il Tribunale per i minori, nell’anno 2020-2021, ha dovuto adottare d’urgenza ben 38 sospensioni dalla responsabilità genitoriale di padri per condotte violente verso la partner e i figli minori, con misure che vanno dall’allontanamento dall’abitazione familiare ai divieti di avvicinamento, dal collocamento di madri e figli in strutture protette alla previsione di incontri protetti con i figli; la decadenza dalla responsabilità genitoriale, misura più drastica, è stata pronunciata in quattro casi, ma è interessante evidenziare che tali procedimenti erano stati aperti proprio a seguito di segnalazioni di maltrattamenti verso il coniuge. Il tribunale minorile ha definito nell’anno circa mille procedimenti civili e 500 penali.

SITUAZIONE CARCERARIA – CRITICITA’ ALL’AQUILA E SULMONA

La relazione apre un focus anche sulla situazione carceraria del distretto e sul lavoro importante e talvolta poco visibile degli uffici e del Tribunale di sorveglianza, che hanno adottato nell’anno 2020-2021 oltre 26mila provvedimenti. Si registra una ulteriore riduzione (-5,3 %) del numero delle persone private della libertà personale, che già lo scorso anno era sceso dell’8,5%; al 30 giugno 2021 era pari a 1.647 persone (1.740 lo scorso anno), coinvolti in gran parte, come il personale di polizia penitenziaria, nella massiccia campagna vaccinale dei primi mesi del 2021, dopo i preoccupanti focolai di contagio sviluppatisi in diversi istituti nell’inverno tra il 2020 e il 2021. Le tante criticità degli istituti di detenzione presenti in Abruzzo, (soprattutto nelle strutture di massima sicurezza di Sulmona e L’Aquila), non sono mutate significativamente rispetto al recente passato e, purtroppo, anche quest’anno le tragedie dei suicidi in carcere hanno indotto tutti noi a riflettere sulla sicurezza negli istituti e sulla effettiva necessità del ricorso alla carcerazione, quella preventiva soprattutto. Sono descritte nella relazione anche le eccellenze, non moltissime, che operano tra esperienze lavorative e sostegno culturale, tra cui mi piace evidenziarne una che non è riportata perché molto recente: l’istituzione del Polo universitario carcerario dell’Università di Teramo, che consente alle persone provate della libertà personale di frequentare i corsi.

ARRETRATI E PERSONALE

Francabandera ha sottolineato come l’efficienza del sistema della giustizia non può che essere nell’equilibrio tra la domanda (le sopravvenienze) e la risposta (le definizioni). La realtà deve però fare i conti con l’arretrato, che grava in parte nel settore penale collegiale, e, ancor più, nel contenzioso civile. Il riferimento è ai procedimenti ultratriennali in primo grado (al 30.6.2021, 6.481 procedimenti civili nell’intero distretto, due terzi dei quali nel tribunale di Teramo) e a quelli ultrabiennali in appello (1.729, quasi tutti nella materia contrattuale). Occorre continuare ad assicurare il mantenimento delle attuali condizioni favorevoli, per non creare nuovo arretrato e, al contempo, fare affidamento su strumenti straordinari per eliminare quello ormai formatosi, che grava sul lavoro come una zavorra. Risultati raggiunti nel distretto grazie alle risorse umane, ossi la tendenziale copertura delle piante organiche del personale amministrativo e magistratuale, la più alta degli ultimi anni, e l’apporto essenziale della magistratura onoraria; e la tendenziale riduzione della domanda di giustizia, tanto nel settore civile quanto nel settore penale.

MARSILIO: BENE LA “SAGGEZZA” DI FRANCABANDERA. E “BACCHETTA” LA MINISTRA 

Il presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, Marco Marsilio, collegato da remoto all’inaugurazione dell’anno giudiziario, esprime apprezzamento per le misurate e sagge riflessioni offerte dalla presidente della Corte d’appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, e si complimenta per i risultati raggiunti nell’attività dagli uffici giudiziari abruzzesi. In particolare, il passaggio dedicato alle difficoltà e alle incertezze legate alla soppressione dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, espresse con la prudenza e l’equilibrio suggerito dal ruolo e dal contesto, dovrebbero far riflettere il ministero della Giustizia, finora tetragono nella sua determinazione nell’applicare la prevista soppressione. Mi auguro che le parole espresse in una occasione così solenne, possano finalmente scardinare tanta testardaggine, aprendo la strada all’approvazione in Parlamento dell’emendamento da me sollecitato e sostenuto dai parlamentari abruzzesi (e non solo) di tutti i partiti che prevede la proroga di due anni, utile anche a rivedere la geografia giudiziaria nel suo complesso. Rilevanti anche i passaggi sui nuovi criteri ‘filtro’ per il rinvio a giudizio, per non disperdere più energie a coltivare processi-spettacolo che si risolvono in assoluzioni seriali, ma che comportano un carico di sofferenza e di pene per gli imputati, in favore del criterio del ragionevole pronostico positivo, che permette di concentrare l’azione giudiziaria sui casi di più evidente e certa colpevolezza; e quello sulla necessità di recuperare la credibilità della magistratura e delle Istituzioni dello Stato presso i cittadini seguendo la strada dell’efficienza, dell’efficacia, dell’imparzialità e della serietà dei comportamenti, invece di alimentare polemiche distruttive tra i diversi organi dello Stato.


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