Si salva Pescara mentre lo scalo di Preturo a L’Aquila non è mai stato preso in considerazione come scalo terroriale. Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera ha emanato l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale. Il provvedimento pone le basi per un riordino organico del settore aeroportuale sotto il profilo infrastrutturale, gestionale e della qualità dei servizi. L’atto, che recepisce gli orientamenti comunitari e gli indirizzi governativi e parlamentari, sarà ora inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente, sarà adottato con un apposito decreto dal Presidente della Repubblica.
“Con l’Atto di indirizzo colmiamo una grave lacuna del nostro Paese che durava da 26 anni”. Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, parlando del piano nazionale sugli aeroporti. “Il provvedimento è uno strumento importante per avviare il riordino di un settore per noi strategico, favorendone lo sviluppo e il recupero di efficienza. Concentriamo sforzi e investimenti sugli aeroporti che rientrano nei piani infrastrutturali europei”, spiega Passera, “e, al tempo stesso, confermiamo il ruolo degli scali territoriali che servono importanti realtà locali. Attraverso la razionalizzazione dei servizi, un piano di infrastrutturazione a medio periodo, la costituzione di reti aeroportuali, l’Italia può davvero ambire ad avere un sistema all’avanguardia e competitivo a livello internazionale, evitando sprechi di risorse pubbliche. La collaborazione con le regioni sarà fondamentale” conclude Passera.
“L’Atto che oggi inviamo alla Conferenza Stato-Regioni è un altro tassello importante della modernizzazione normativa che, nel corso di quest’anno, abbiamo portato avanti sul fronte infrastrutturale” aggiunge il vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti Mario Ciaccia. “La proposta di Piano che abbiamo formulato da finalmente applicazione ai princìpi della normativa europea e nazionale di settore, proponendo un modello di sviluppo aeroportuale di grande respiro. Questo piano, che è dunque frutto di un lungo processo normativo, può essere un’opportunità importante per riformare e dare organicitá al settore aeroportuale” conclude Ciaccia.
Oggi sono 112, in Italia, gli aeroporti operativi. Di questi, 90 sono aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea); 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare.
Sono, quindi, nel complesso 46 gli aeroporti commerciali: ai 43 civili se ne aggiungono i 3 militari (Grosseto, Pisa e Trapani Birgi).
I 31 aeroporti di interesse nazionale individuati nella proposta sono classificati in base alla rilevanza e al traffico: 10 sono inseriti nella ‘Core Network’, cioé considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari; 19 in totale nella ‘Comprehensive Network’, tra quelli con traffico superiore a 1 milione di passeggeri annui (13) e quelli con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (6), compresa la continuità; a cui si aggiungono altri due aeroporti non facenti parte delle reti europee, ma in espansione.
I 10 SUPER BIG: Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia.
I 13 CON OLTRE 1 MLN PASSEGGERI L’ANNO. Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona.
I 6 CON TRAFFICO SOPRA I 500MILA E CONTINUITA’ TERRITORIALE: Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. A cui si aggiungono i due “indispensabili” per la continuità territoriale: Lampedusa e Pantelleria.
I 2 ‘FUORI-RETE’: sono Rimini e Salerno. Non fanno parte delle reti europee, ma l’uno con traffico vicino al milione di passeggeri ed un trend in crescita (Rimini); l’altro, Salerno, destinato a delocalizzare il traffico di Napoli.