Adolescenti e Coronavirus, la psicologa: “Attenzione al vamping”

di Mariangela Speranza | 12 Aprile 2020 @ 07:15 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – Rimanere svegli tutta la notte per chattare su WhatsApp, postare commenti su Facebook o foto con Instagram. È la nuova moda dei teenager. Un fenomeno che chiamano vamping perché, come i vampiri che si aggirano nelle ore notturne, gli adolescenti aspettano il buio per connettersi sui social.

Di moda dapprima negli Stati Uniti, ultimamente il vamping si è diffuso anche in Italia, complice soprattutto il repentino cambio di abitudini causato dalla quarantena forzata.

Tra gli esperti, c’è chi tende a giustificare questa nuova abitudine, appellandosi al diritto dei ragazzi di socializzare con i propri coetanei, e chi invece mette in guardia i giovani e le loro famiglie, poiché comporta una minor dose di sonno per i ragazzi che a lungo andare può essere nociva.

“Lo smartphone ha da sempre rappresentato per i teenagers uno strumento per esplorare, comunicare, relazionarsi con i coetanei – spiega a L’Aquila Blog la psicoterapeuta aquilana specializzata in adolescenza, Valentina Mellone -. Mai come in questi giorni, in cui le restrizioni e le misure di contenimento del virus impediscono la vicinanza fisica con i propri amici, i ragazzi sentono il bisogno di sfruttare le opportunità di incontro offerte dalla realtà virtuale, accentuando la tendenza a ritrovarsi nel cyberspazio”.

Diversi, secondo la stessa psicoterapeuta, i ragazzi che nelle ultime settimane sono infatti soliti “darsi appuntamento di sera, quando in casa gli altri vanno a dormire, per passare del tempo insieme online, rimanendo in alcuni casi svegli fino all’alba in delle vere e proprie comunità virtuali notturne che soddisfano il loro naturale bisogno di socialità”.

“In questi giorni, alcuni mi riferiscono di aver accentuato questo comportamento, complici alcuni fattori legati alla situazione Covid19, che ha profondamente modificato le abitudini e i ritmi di vita di tutti noi, comprese quelle dei teenagers – aggiunge -. La caratteristica principale del vamping è quella di attendere la notte per ‘connettersi’ alle cybercomunità, costituite da amici ma anche da possibili nuove conoscenze, per chattare, videochiamare o giocare online Le possibili conseguenze di questo comportamento, considerato da alcuni ricercatori una ‘patologia da iperconnessione’, consistono nella perdita di sonno, nella difficoltà di attenzione e concentrazione durante il giorno, nell’irritabilità, nella stanchezza cronica o mal di testa. Alcuni studi hanno evidenziato una associazione tra vamping e peggioramento della performance scolastica, fino ad arrivare al rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza dallo smartphone, come è stato già messo in luce da diverse ricerche”.

Sarebbero soprattutto la chiusura delle scuole e conseguente possibilità di dormire fino a tardi, ad incentivare quindi l’idea di poter vivere normalmente anche di notte.

“Un altro elemento di stravolgimento delle abitudini dei teenagers è la convivenza 24 ore su 24 con i familiari – aggiunge Valentina Mellone -. La condivisione ‘forzata’ degli spazi domestici e l’impossibilità di uscire per ritagliarsi dei momenti con gli amici potrebbe favorire la sensazione di perdita di privacy e autonomia. Si pensi alle abitazioni di ridotte dimensioni, ai fratelli che condividono la stessa stanza, alle situazioni in cui i genitori lavorano da casa o non lavorano affatto, alimentando quella sensazione di “invasione” da parte degli adulti. Alcuni ragazzi possono faticare ad individuare un luogo riservato, in cui la propria voce non possa essere udita dagli altri, e in cui non essere disturbati mentre sono online con gli amici, soprattutto se si tratta di chiamate o videochiamate. Possiamo quindi ipotizzare che, durante queste settimane di quarantena, alcuni adolescenti si connettano maggiormente nelle ore notturne a causa di un insieme di fattori: la sensazione di avere meno privacy durante il giorno, per esempio, il venir meno della necessità, salvo rare occasioni, di impostare la sveglia alle 7 e il normale desiderio di passare più tempo con i propri amici, in modo autonomo e al di fuori del controllo dei genitori. Ogni adolescente è unico ed è importante cercare di comprendere le motivazioni che lo inducono a connettersi di notte, soprattutto quando il comportamento diventa una abitudine potenzialmente dannosa”.

“Tra i possibili effetti negativi del vamping è importante ricordare l’affaticamento oculare scatenato dalla luce blu presente nei dispositivi elettronici che, oltre a portare con sé vari problemi alla vista, altera la secrezione della melatonina, regolatore del ciclo sonno-veglia, rendendo più difficoltoso l’addormentamento – precisa la psicoterapeuta aquilana -. In questi giorni, in cui non è necessario svegliarsi al mattino presto, alcuni ragazzi preferiscono dormire fino a tardi con l’illusione di recuperare il sonno perduto, rischiando di invertire il ritmo sonno-veglia, e persino di sviluppare veri e propri disturbi del sonno. Alcuni adolescenti, connessi per tutta la notte in questi giorni, riportano grandi difficoltà a svegliarsi in tempo quando i professori fissano le lezioni online al mattino, spesso provando per tutto il giorno un senso di confusione e affaticamento”.

Il sonno è infatti un meccanismo delicato e complesso e ripristinare un adeguato ritmo quando si tornerà ad avere ritmi più regolari potrebbe rivelarsi più complicato e laborioso del previsto.

“A quel punto potrebbe essere necessario mettere in atto le regole dell’igiene del sonno, come ad esempio limitare l’esposizione agli schermi luminosi e l’uso dello smartphone per un certo periodo di tempo prima di addormentarsi, oppure vitare di stare sul letto se non per dormire – conclude la psicoterapeuta dell’adolescenza -. I genitori hanno l’importante ruolo di spiegare ai ragazzi le conseguenze potenzialmente dannose di questo comportamento, aiutandoli ad individuare strategie più adattive, che soddisfino al contempo il bisogno di socialità dei ragazzi e la necessità di salvaguardare la salute psicofisica. Ad esempio, si possono stabilire delle fasce orarie in cui garantire agli adolescenti una maggiore privacy , oppure si può consentire loro di videochiamare gli amici anche la sera tardi, scegliendo però un orario “limite” oltre il quale ci si deve disconnettere. Se necessario, si può chiedere di spegnere o addirittura di farsi consegnare lo smartphone di notte, valutando ovviamente la situazione specifica di quell’adolescente, l’età, la capacità di autoregolarsi e quella di comprendere e seguire le indicazioni fornite dai genitori”.


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