Ad Assisi, il Capitolo elettivo dei Cappuccini della Provincia Serafica dell’Immacolata Concezione
di Fra Piero Sirianni, OFMCap
di Fra' Piero Sirianni | 30 Gennaio 2023 @ 05:41 | CREDERE OGGI
L’Aquila. I Frati Minori Cappuccini della Provincia Serafica dell’Immacolata Concezione (frutto della fusione delle antiche Province cappuccine dell’Abruzzo, Lazio e Umbria, che a L’Aquila sono conosciuti come i Cappuccini di S. Chiara, inizieranno oggi ad Assisi, il primo capitolo elettivo, essendo stati costituiti in un’unica Provincia religiosa il 3 luglio 2020, e avendo celebrato finora un solo Capitolo provinciale, presieduto dal Ministro Generale dei Frati Minori Cappuccini, fra Roberto Genuin, in cui era stato nominato come primo ministro provinciale, fra Matteo Siro. I mesi passati hanno visto tutti i frati impegnati spiritualmente e fattivamente nella preparazione dell’evento, coordinati dai fratelli che prestano il proprio servizio nella curia provinciale, la quale ha sede nel convento aquilano di Santa Chiara (a Borgo Rivera).
Nel gergo religioso il Capitolo indicava quel raduno dei monaci per ascoltare insieme la Parola, per prendere decisioni importanti, o per riformare il proprio stile di vita.
Della primitiva fraternità minoritica – la quale sposò alcune usanze ecclesiali già esistenti – si narra: «A Pentecoste si riunivano a Santa Maria tutti i frati e trattavano su come potessero meglio osservare la Regola» (Leggenda dei tre Compagni XIV,57, in Fonti Francescane 1466). Le Costituzioni dei Frati Minori Cappuccini prescrivono la celebrazione del Capitolo provinciale ogni tre anni, per eleggere i nuovi superiori della Provincia e per discutere su importanti aspetti della vita fraterna e pastorale.
Accanto alla Legge (e ai suoi obblighi), il Capitolo è, per i frati, l’occasione propizia per ritrovarsi in fraternità, pregare insieme, confrontarsi su svariate realtà. Esso permette (e avvantaggia) l’ascolto reciproco, il discernimento comunitario e le profetiche scelte da compiere.
Mentre la chiesa è profondamente immersa nell’esperienza della sinodalità, la celebrazione del Capitolo provinciale assume una valenza teologico-pastorale diversa. Lo Spirito santo chiama i frati a un ascolto più profondo, a un cammino comunitario più intenso e maggiormente attuo a scrutare i segni dei tempi.
Dove il contesto storico-sociale predica la fine del cristianesimo, l’umile fiducia in Dio-Trinità-Amore ci fa nuovamente gettare le reti per la pesca (cfr. Gv 21,6), seminare il bene nel nostro mondo, tenere viva la fiammella della speranza, edificare il regno di Dio.
Se è vero che nel nostro Occidente la risposta alle vocazioni ecclesiali specifiche (ministeriali o religiose) è diventata ormai una rarità, è anche un dato di fatto che il popolo di Dio anela – spesso non esternando nulla e rimanendo ai margini – a relazioni redente e fraterne, alla compassione e alla tenerezza, alla vicinanza e alla misericordia, alla pace e alla concordia. Noi Cappuccini, quali figli di Francesco d’Assisi, oggi più che mai siamo chiamati a testimoniare la vita nuova del Vangelo, la bellezza dell’incontro con Gesù Cristo, la prossimità a ogni umana sofferenza; nella semplicità del nostro vivere e operare: in mezzo alla gente, ma custodendo l’intimità con Dio.