di Matilde Albani, L’Editoriale – L’Accademia dell’Immagine che già prima del terremoto versava in condizioni disperate, avrebbe lasciato armi e ceneri (quelle buone) direttamente al Centro Sperimentale di Cinematografia, per poter continuare a spremere la mucca.
Questa operazione seriale, che tutto sembra tranne che culturale, sarebbe stato l’estremo tentativo di scaricare sul pubblico una massa di debiti già accumulati.
Operazione però non riuscita, nella sua totalità. Proprio su questo passaggio di salvataggio, si è soffermata l’attenzione dell’avvocato Luca Bruno, nominato dalla Regione (uno dei soci) come liquidatore dell’Accademia, che in un mese ha preparato l’istruttoria da mostrare all’assemblea dei soci.
Il liquidatore si occupa di liquidare e pagare i creditori, non certo di salvare l’istituzione, cosa che potrà avvenire solo da una precisa scelta politica, che sotto campagna elettorale avrà le sue controindicazioni. L’avvocato Bruno, raggiunto dai nostri microfoni, preferisce non fermarsi sui risvolti penali della Corte dei Conti (indagine all’inizio) ma ci conferma una gestione “allegra”.
“Ho esaminato gli ultimi dieci anni, non ci sono medicine per far tornare in vita l’Accademia – precisa il liquidatore – nonostante gli oltre 300mila euro di contributi pubblici ricevuti”. Non vogliamo disconoscere quanto di utile e positivo sia stato realizzato in questi anni, il lavoro di Lucci e di tutti quelli che lo hanno sostenuto, ma qualcuno li avrà pure fatti i buffi, nonostante i milioni di euro di finanziamenti pubblici. Per l’avvocato Bruno, ci sono ancora molte voci da chiarire, ma la pentola è già bella che scoperchiata.
La parte “sana” con 3 dipendenti, i materiali e le attrezzature sono andate al Centro di Cinematografia, mentre dall’altra parte ci sono 2milioni e 450mila euro di deficit, con una lunga lista di creditori. In testa c’è l’Inps con circa 400mila euro, poi a seguire la Carispaq, Equitalia, illustri docenti che avanzano discrete somme, e tanti piccoli imprenditori come ad esempio quello che forniva il gasolio per il riscaldamento al Cinema Massimo.
E’ stato il terremoto a bloccare un nuovo mutuo fortemente voluto e avallato da Cialente, che oggi è coinvolto in accertamenti che riguardano un contributo fantasma di 150mila euro.
Nonostante il debito si accumulasse con gli anni, che spendessero più di quanto entrasse, e lo sapevano pure i muri, l’Accademia ha continuato a garantire ottimi stipendi, anticipi di Tfr ed attività editoriali e di svago di vario tipo. Ascoltiamo nell’intervista l’Avvocato Luca Bruno nella prima parte…
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Seconda parte…
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Servizio e testo di Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio