di Antonio Porto – Gli Enti locali hanno riscoperto la funzione socio-economica del turismo come uno dei punti di forza del territorio. La Regione Abruzzo nei primi anni del decennio trascorso fece fallire la legge che prevedeva i Sistemi Turistici Locali. In novembre sul BURA è stata pubblicata una delibera con la quale vengono pubblicizzati avvisi pubblici per la concessione di aiuti alle Destination Management Company (DMC) e alle Product Management Company ( PMC) ed ai loro Progetti di Sviluppo Turistico di Destinazione (€ 2.196.720,00) e di Prodotto ( € 900.000,00).
E’ positivo che la Regione abbia compreso l’importanza del turismo, anche se in ritardo. L’iniziativa però, proprio perché rilevante ai fini socio-economici, andava organizzata in anticipo, con una serie di incontri per far capire alle amministrazioni locali il valore che l’Ente attribuiva ai progetti, per sentire i loro pareri, per comunicare in anticipo i termini di scadenza dei piani da presentare, consentendo ai comuni e alle imprese private di convincersi, innanzitutto, del grado di realismo dei progetti regionali ed essere preparati per affrontare le scadenze che spesso, sia per le complessità delle procedure, sia per i tempi contingentati, non consentono di predisporre in tempo la ricca documentazione richiesta dai bandi.
La scadenza è il 27 gennaio prossima e, dalle notizie raccolte, i Comuni capofila dell’Altipiano delle Rocche e quelli della Baronia di Carapelle, procedendo in modo autonomo, si sono consorziati con le imprese turistiche e, probabilmente riusciranno a presentare la complessa documentazione, rispondente ai parametri richiesti dal bando.
Non ho avuto notizie positive dall’Aquila, eppure il Sindaco ha sbandierato ai quattro venti l’importanza che attribuisce al turismo.
Bene hanno fatto i due consorzi di Comuni a predisporre i progetti, ma se si continua ad agire senza una logica di sistema, il turismo non decollerà mai. Se la finalità è quella di incrementare la permanenza del turista nel nostro territorio occorre predisporre un itinerario che sia il più appetibile e convincente. Ciò si può ottenere soltanto estendendo la rete. Così facendo, dal lato della domanda, si incrementano i luoghi da visitare, dei servizi, degli eventi da vedere e da ascoltare. Dal lato dell’offerta, la ricchezza, l’ampiezza e la diversità dei servizi e dei siti da scoprire, fungono da stimolo attrattivo.
Certamente la complessità derivante da un numero ampio di Comuni sussiste, ma è ampiamente compensata dal flusso che si attiva.
Al fine di contribuire a questo scopo ho proposto un sistema di 27 Comuni che sono attraversati dal Fiume Aterno (da Capitgnano a Corfinio). Per ogni comune è stata fatta una scheda che si divide in tre parti: una a carattere geografico, l’altra storico -architettonica, l’ultima sui servizi-numeri utili-feste- prodotti tipici. Ciò al fine di predisporre un sistema inter comunale condiviso in grado di esplicitare efficacemente la disponibilità dei servizi collegati, affinché il territorio si presenti come un unico articolato sistema, in grado di aumentare le diversità tipologiche dei propri visitatori (multi-targhet) ed i periodi in cui essi fruiscono del territorio (multi-stagionalità).
La ricerca vuole stimolare un turismo inteso come esplorazione degli ambienti sociali, culturali, naturali, gastronomici. Per rispondere a questa domanda occorre un’offerta complessiva del territorio che mette a disposizione tutte le risorse per offrire un’ampia gamma di possibilità di scelta.
Nonostante la politica abbia gravi responsabilità circa il mancato sostegno al turismo, il contributo vuole dimostrare che l’iniziativa privata ha realizzato un‘armatura turistica locale che va sostenuta, integrata, coordinata e valorizzata. Avere un patrimonio ambientale e storico architettonico, una ricchezza in termini di servizi turistici non basta, occorre renderlo economicamente produttivo ed il turismo rappresenta una leva politica importante per rivitalizzare le aree interne della provincia dell’Aquila.
Questo studio vuole essere anche di stimolo affinchè gli Enti locali, con la collaborazione del mondo civico ed imprenditoriale, diano vita ad un processo di valorizzazione delle risorse. Occorre un’azione coordinata di politiche fiscali e finanziarie ed è necessario sviluppare una strategia volta a porre in essere incentivi capaci di incentivare il flusso turistico realizzando infrastrutture, soprattutto immateriali (connettività), e sostegno ai servizi (agriturismo, B&B, albergo diffuso, affitta camere, assistenza, commercio) e ai prodotti di nicchia (agricoltura biologica, tartufo, zafferano, fagioli, lenticchie, cicerchia, miele, pecorino, mozzarelle, salumi).
Nel medio e nel lungo periodo questa politica è in grado di costruire un sistema turistico in grado di reggere la concorrenza con altri e di sperimentare innovazioni nei modelli organizzativi e per reggere la sfida per uno sviluppo sostenibile capace di valorizzare ambiente, biodiversità e qualità della vita non solo per i turisti, ma soprattutto per i residenti, contribuendo a frenare il decremento demografico.