

“Le Gran Madri Italiche – spiega Vignali – assumono vari nomi a seconda del territorio e della popolazione, come ad esempio Angizia, Pelina, Feronia, Maruca, Cerfia, Libera, Opi, Bona e Sicinna. Ma, oggi, questo luogo identitario per tutti gli abruzzesi, ed in particolare per i Teatini abitanti Chieti e i centri alle pendici della Maiella Marrucina, non è adeguatamente valorizzato a causa del degrado dell’area pic nic e dei percorsi per raggiungere e camminare nella grotta, sia a causa della superficialità di molti turisti che non hanno compreso a pieno il valore intrinseco sia naturalistico che spirituale del luogo che visitano, sia a causa dell’incuria degli amministratori che hanno lasciato all’abbandono la Grotta del Colle e il percorso per raggiungerla. Molteplici sono i piccoli – grandi problemi che bisognerebbe risolvere per valorizzare maggiormente il sito della Grotta del Colle della Dėa di Rapino: mettere in sicurezza il sentiero (sostituire i paletti rovinati e metterne di nuovi lì dove non ci sono più, mettere dei passamano lungo il percorso, mettere in sicurezza anche con delle barriere il ponticello di legno che dovrebbe avere una costante manutenzione); ripulire il percorso dalla terra e dalle erbacce, poiché in alcuni tratti, soprattutto lì dove ci sono delle scalinate ricavate nella terra, il sentiero è riconoscibile a fatica; sostituire i cestini dei rifiuti danneggiati, la cartellonistica rovinata, ripulire le panchine, rimettere in sesto, fissandoli al terreno, i tavolini per i pic nic; si potrebbe, infine, mettere un cartello per invitare i visitatori a non abbandonare a terra i rifiuti e a non toccare le rocce della grotta, parzialmente annerite dall’attività umana, per non rovinare quest’opera d’arte della natura realizzata in milioni di anni”.
“Pertanto, con l’auspicio che vengano fatti gli interventi sopra richiesti, e ogni altro intervento per valorizzare maggiormente la Grotta del Colle della Dea di Rapino, si chiede alle autorità e agli enti, per quanto di loro eventuale competenza, di intervenire, in particolare al Comune di Rapino, alla Regione Abruzzo, al Parco Nazionale della Maiella e alla Soprintendenza Archeologica con sede a Chieti”, conclude il Presidente di Abruzzo Tourism.