Il Capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro interviene sulla polemica della data del voto:
«Chiodi non può convocare le elezioni a maggio, molto rumore per nulla, ecco perché. Mi rivolgo prima all’avvocato Pagano e poi al Presidente del Consiglio regionale. Nella sua prima qualità di legale Pagano dovrebbe sapere che Chiodi non può in modo alcuno fissare la data delle elezioni a maggio per due motivi, pena ricorsi al Tar ed annullamento dell’atto: 1) la norma approvata in consiglio è inutile, una finzione, perché il termine massimo di marzo è fissato nello statuto ed una norma ordinaria non può derogare a quanto fissato da una norma di rango statutario (semplice principio della gerarchia della fonti non sovvertibile da un parere di qualunque Avvocatura e nè dai desiderata di Pagano); 2) l’avvocato Pagano sa o dovrebbe sapere che nei sei mesi conclusivi il mandato , così come previsto dallo Statuto, non è possibile approvare alcuna norma in materia elettorale, principio previsto proprio per evitare sveltine.
Quindi Chiodi non può fissare la data di maggio altrimenti vedrà annullato il provvedimento al Tar e per questo la norma approvata ieri non produce alcun effetto, chi dice il contrario, da una parte o dall’altra, lo fa solo per ergersi a paladino e non si sa di cosa”
Inviti Pagano invece nella sua qualità di presidente del Consiglio a lasciar perdere i predicozzi e ad evitare di sparlare sui meriti che nè Chiodi e nè la maggioranza hanno sapendo bene che sui costi della politica fu il Gruppo del Pd ad auto ridursi le indennità costringendo la maggioranza balbettante al varo della legge, mentre i vitalizi vennero abrogati per effetto dell’approvazione di un mio emendamento.
Sulla sanità non parliamo, la macelleria in atto, ultimo caso il taglio alla riabilitazione, fa quadrare i conti sulla pelle dei cittadini con incivili ed odiose liste di attesa e con circa 131 milioni di euro che l’Abruzzo paga alle altre regioni italiane per prestazioni che non riesce a garantire.
Quando si voterà Pagano si renderà conto che il mondo reale è molto diverso dal contenuto del suo comunicato stampa.
Sul versante Election day si intavola una querelle tra la senatrice Pezzopane e il presidente del Consiglio, Nazario Pagano:
Se Pagano ha perso l’aplomb istituzionale, che si conviene ad un Presidente del Consiglio regionale, evidentemente si è sentito punto sul vivo. Il suo intervento, isterico e grossolano, è l’espressione eloquente di chi teme di perdere la poltrona, a cui intende rimanere attaccato, oltre che di un maschilismo gretto. Forse ha il sentore che il seggio in Consiglio regionale, dopo tanti anni, comincia a vacillare e cerca di rimanerci incollato quanto più può. Oltretutto, abituato com’è a rimanere nelle retrovie da almeno 15 anni, ora che ha dovuto forzare la mano a leggi e regolamenti, non ha il physique du rôle per reggere le critiche conseguenti alle sue azioni. Reagisce con l’insulto isterico.
Il Consiglio regionale, con ilvoto di ieri, ha violato l’art. 14 dello Statuto. Infatti in caso di rinvio, la Regione verrebbe consegnata ad una paralisi, visto che, come chiarisce il parere dell’Avvocatura dello Stato, dalla scadenza naturale del Consiglio regionale, a metà dicembre, fino alla proclamazione dei nuovi eletti, il Presidente della Giunta e il Consiglio regionale si dovrebbero limitare all’ordinaria amministrazione. Inoltre, per evitare il rischio di un giudizio di incostituzionalità sull’accorpamento tra elezioni regionali ed europee, l’Avvocatura dello Stato ritiene necessaria una modifica della legge elettorale regionale, che implicherebbe per i consiglieri una deliberazione di proroga delle attività da marzo a maggio, cosa che consentirebbe loro di avere sei mesi di stipendio in più e di rinviare di 6 mesi il taglio da 45 a 31 dei consiglieri regionali. Infine tutto ciò comporterebbe, a causa della mancata programmazione, una serie di danni incalcolabili per la comunità abruzzese, i territori e le imprese, che avrebbero bisogno di ben altro per il lavoro, il sociale, la ricostruzione, il sostegno ai comuni in difficoltà, oltre al mancato taglio dei costi della politica.
Quanto a me, non ho mai avuto paura delle elezioni e lo testimoniano i risultati, ogni volta che mi sono candidata.
Faccio politica per piacere evolere, sono una senatrice eletta in regolari elezioni, ci sono arrivata vincendo le primarie, le mie doti umane e politiche che lui non coglie, sono evidentemente apprezzate da migliaia di persone. E non sono affatto stanca o affaticata. Caso mai lo sarà Pagano, al quale consiglio di rilassarsi un po’ per contenere le sue intemperanze estive.
E arriva puntuale la risposta di Nazario Pagano:
Una campagna elettorale senza fine è quella della senatrice Pezzopane. Una sindrome da affaticamento da urne, che la porta a fare dichiarazioni non da politico, ma da dilettante della politica. Grave, per chi come lei è nata funzionario di partito, che rimane la sua unica qualifica professionale e umana. Sulla questione della election day a maggio la senatrice dispensa luoghi comuni, in un mix di populismo e pressappochismo, ignorando volutamente quello che è davanti agli occhi dell’Italia intera, se è vero come è vero che l’Abruzzo da Regione canaglia è passata ad essere, nel corso dell’attuale Legislatura, Regione di riferimento. Infatti, in tema di contenimento dei costi della politica, la Regione Abruzzo ha anticipato molti interventi (solo recentemente imposti alle Regioni dai provvedimenti sulla spending review) riguardanti la riduzione degli emolumenti dei Consiglieri e l’eliminazione del vitalizio, ma anche il sistema di controllo sulla spesa pubblica regionale nel suo complesso e su quella dei Gruppi consiliari in particolare. Proprio per questo la nostra Regione, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni, è stata unanimemente individuata fra le più virtuose. Per non parlare del fatto che l’Abruzzo era stato commissariato per il debito sulla sanità e che, grazie all’azione efficace della maggioranza guidata da Chiodi, è riuscito a venirne fuori, mettendo in ordine i conti e assicurando ai cittadini una sanità più equa e di qualità. Le esternazioni della senatrice Pezzopane non vanno certo nel solco democratico di un’azione finalizzata al bene esclusivo della comunità che dovrebbe rappresentare in Parlamento ma sono la evidente manifestazione di un interesse di parte, meglio ancora dell’interesse del suo partito.