
Si estende alle spese dei gruppi consiliari della Regione, l’indagine che lo scorso gennaio ha portato nella «calza» di 25 esponenti della classe politica regionale un avviso di garanzia. E anche la Corte dei conti, ora, vuole vederci chiaro.
Lo scorso 20 febbraio, infatti, la sezione regionale di controllo della magistratura contabile (Maria Giovanna Giordano, presidente, Lucilla Valente, Giovanni Mocci, Nicola Di Giannantonio, Andrea Baldanza, Oriana Calabresi, consiglieri, e Angelo Maria Quaglini, relatore), ha rispedito al mittente i rendiconti sulle spese presentati dai gruppi consiliari. I rendiconti, secondo la sezione di controllo della Corte dei conti, «non appaiono meritevoli di approvazione». Certo, perché come hanno fatto garbatamente notare i giudici, i rendiconti «non sono conformi alle prescrizioni normative». In parole povere, chi li ha presentati ha «dimenticato» di allegare le ricevute delle spese. E pensare che non è certo la prima volta che i gruppi si presentano al vaglio della Corte dei conti. Ma la memoria, si sa, a volte fa brutti scherzi, e così può capitare di non allegare scontrini e fatture, volgari pezzi di carta con tanti numeri sopra. I rendiconti, comunque, sono pervenuti alla sezione il 6 febbraio. Per legge la sezione è tenuta a pronunciarsi entro trenta giorni; tuttavia, la stessa legge prevede che qualora il rendiconto di esercizio o la documentazione trasmessa non siano conformi alle prescrizioni normative, la sezione chiede la regolarizzazione degli atti. Ed è esattamente quello che è successo. I rendiconti sono stati rimandati indietro, con l’avvertenza di provvedere a sanare l’inadempienza entro trenta giorni. La norma prevede anche misure a carico dei Gruppi nel caso in cui non provvedano alla regolarizzazione entro il termine fissato; infatti essi decadono, per l’anno in corso, dal diritto all’erogazione di risorse da parte del Consiglio regionale, fermo restando l’obbligo di restituzione delle somme ricevute a carico del bilancio del Consiglio regionale e non rendicontate.
«Questa sezione – si legge nel dispositivo – ha riscontrato una forte disomogeneità tra le modalità di presentazione e catalogazione della documentazione allegata ai rendiconti dei singoli gruppi». E la sezione si sono dovuti anche fare carico di ricordare che per quanto riguarda le spese «per libri, riviste e quotidiani, è necessario indicare l’elenco specifico delle pubblicazioni acquistate». Per cancelleria, fotocopie e stampe, l’acquisto o il noleggio di dotazioni informatiche e di ufficio «si richiama la necessità che la documentazione sia tale da consentire la valutazione di inerenza all’attività istituzionale, consentendo, in particolare, l’individuazione degli utilizzatori della merce acquistata».
La vera chicca è legata alle spese per attività promozionali, convegni e attività di aggiornamento per le quali «si ricorda che il contributo per le spese di funzionamento può essere utilizzato solo per le spese di rappresentanza sostenute in occasione di eventi e circostanze di carattere rappresentativo che prevedono la partecipazione di personalità o autorità estranee all’assemblea stessa. Occorre ricordare che le spese di rappresentanza sono costituite dagli oneri sostenuti per mantenere o accrescere verso l’esterno il prestigio del Gruppo in ambiti direttamente attinenti ai propri fini istituzionali. Deve escludersi che spese di rappresentanza possano avere luogo nell’ambito di normali rapporti istituzionali e di servizio (colazioni, cene e pranzi di lavoro), ovvero a favore di soggetti appartenenti alla stessa amministrazione regionale (colleghi consiglieri e/o personale amministrativo) o, ancora, di soggetti diversi la cui partecipazione all’occasione conviviale non sia riconducibile alle indicate finalità di rappresentanza. Non rientrano, quindi, nella finalità del contributo le spese per riunioni aventi ad oggetto l’organizzazione interna e l’attività del gruppo al di fuori dei locali messi a disposizione dal Consiglio regionale. Si richiama inoltre la circostanza che, in ogni caso, non possono essere effettuati rimborsi ai Consiglieri per voci di spesa già coperte da altre erogazioni a titolo retributivo o indennitario, né per oneri di ristorazione, vitto e alloggio aventi carattere personale o legati allo svolgimento del mandato di consigliere». Ora i gruppi hanno ancora pochi giorni a disposizione per provvedere. In caso contrario la Sezione dichiarerà inequivocabilmente «l’irregolarità del rendiconto».
di Angela Baglioni, Il Tempo