Abruzzo, dal ’51 popolazione invariata. Tracollo aree interne. Chi sono gli aquilani di oggi?
di Alessio Ludovici | 07 Febbraio 2023 @ 07:24 | ATTUALITA'
L’AQUILA – OpenPolis ha dedicato un focus alla demografia dell’Abruzzo, qualche dato e infografiche utili per raccontare settant’anni di evoluzione demografica. Il primo dato che balza agli occhi è che la popolazione, rispetto al 1951, è pressoché invariata, circa 1,28 milioni di abitanti. E’ un dato che dice molto sulla difficoltà delle aree periferiche del paese. Ma non dice tutto. Il territorio regionale, seppur in presenza di un dato stabile, è stato infatti attraversato da gigantesche trasformazioni demografiche. Due province sono cresciute, Teramo e Pescara e quest’ultima addirittura del 40%. In altre due province la popolazione residente è diminuita, del 6,2% in quella di Chieti, addirittura del 20% in quella dell’Aquila.
“Negli ultimi decenni – scrive OpenPolis – l’Abruzzo ha visto un forte spopolamento delle sue aree interne. Un fenomeno di portata nazionale, ma che presenta alcune peculiarità, che è necessario da comprendere per poter studiare, pianificare e realizzare politiche pubbliche adeguate”.
In generale ci sono state fasi diverse. La popolazione è diminuita nell’immediato dopoguerra, negli anni ’70 e ’80 è tornata a crescere arrivando al picco di 1,3 milioni di residenti nel 2011. Poi di nuovo il lento declino e al 2020 la popolazione si attesta su 1,28milioni di abitanti, quasi 300mila in meno rispetto a 10 anni fa.
Il dramma demografico dell’Abruzzo interno e della provincia dell’Aquila in particolare è tutto in una mappa elaborata da OpenPolis con in blu i Comuni in cui la popolazione residente è diminuita. Le uniche eccezioni sono le città, L’Aquila, Sulmona (quasi invariata in realtà) e Avezzano che hanno visto la loro popolazione residente aumentare, e con loro i comuni della cintura di queste città. Il tutto, probabilmente, a scapito della demografia del resto dei comuni. Anche questa non una novità se si pensa all’operazione della Grande Aquila durante il ventennio fascista. Nel 1927, si sopprimevano, e annetteva ad Aquila, i comuni di Arischia, Bagno, Camarda, Lucoli (che solo vent’anni più tardi tornò comune autonomo), Paganica, Preturo, Roio Piano, Sassa, nonché la frazione di San Vittorino che apparteneva al comune di Pizzoli. Una delle grandi tensioni del territorio aquilano che ancora oggi, periodicamente, si percepisce in tanti fenomeni. E’ quella del 1927 la prima grande “crescita” della popolazione aquilana. Poi, nel dopoguerra, con il delinearsi delle funzioni amministrative, e industriali soprattutto, la popolazione torna a crescere. Negli anni ’80 c’è il boom edilizio della periferia ovest che meglio di ogni altra cosa racconta quegli anni.
Gli aquilani di oggi
Chi sono gli aquilani di oggi. Dati più specifici non ci sono, è difficile dire chi vive dove. In linea di massima siamo poco meno di 70mila distribuiti su un’area geografica immensa, circa 470 kmq, tra 42 frazioni storiche e 19 insediamenti Case, 24 di Map e un confuso sprawl urbano che ha coinvolto gli spazi tra frazioni e città, tra periferie e comuni della cinta urbana il tutto attraversato da un dedalo di 3600 km di strade.
La dispersione geografica pesa sulla programmazione di servizi ed infrastrutture, lo si scrive a chiare lettere anche nel neo approvato Piano sociale: “Tale fattore si è ulteriormente dilatato successivamente al sisma” con l’avvertenza: “La situazione rappresentata costituisce a tutt’oggi un fattore di rischio, con particolare impatto sulle fasce più deboli (adolescenti –anziani-persone in situazione di fragilità).”
- Il saldo naturale della popolazione. E’ la differenza tra nascite e morti. E’ un dato negativo e che si è consolidato sempre più negativamente anche a L’Aquila negli ultimi 10 anni. Se gli aquilani che ci salutano per sempre sono tra i 700 e gli 800 ogni anno, quelli nascono sono ormai meno di 500 contro i circa 600 di neanche 15 anni fa.
- Il saldo migratorio. E’ la differenza tra cancellazioni anagrafiche per emigrazione, e nuove iscrizioni all’anagrafe cittadina. Pur positivo riesce a stento a compensare il saldo naturale negativo. Su di esso pesano inoltre, le migliaia di iscrizioni degli anni tra il 2011 e 2013, più di 4mila legate presumibilmente alla ricostruzione. Negli ultimissimi anni è aumentato, invece, il saldo migratorio con l’esterna. Gli stranieri residenti sono circa 6mila, pari all’8% e rotti della popolazione. Per lo più, quasi la metà, proveniente da Romania, Macedonia e Albania.
- La struttura della popolazione. Sempre secondo i dati forniti dal Comune dell’Aquila la popolazione delle fasce over 65 anni è superiore a quella degli under 19. Più dettagliatamente gli over 65 sono il doppio della fascia 0 – 14 anni di età. Un effetto è il dato drammatico delle famiglie composte da un componente, che nel piano sociale vengono stimate in 13340 nuclei.
- Che lavoro fanno gli aquilani. Secondo i dati forniti nella discussione sul piano sociale di zona, i pensionati sono la categoria più grande, ben 16mila residenti.