«Anche se la provincia dell’Aquila mostra la presenza di Cosa Nostra, Camorra, e ‘Ndrangheta non credo che questi fenomeni di criminalità organizzata possano attecchire in Abruzzo, perché sano è il contesto sociale di questa terra mite e operosa».
È quanto ha affermato stamani il procuratore regionale della sezione giurisdizionale per la Regione Abruzzo della Corte dei Conti, Fausta Di Grazia. Parlando in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2014, il magistrato contabile ha sottolineato che «sarà compito anche della Corte dei conti di tenere alta l’attenzione, affinché venga sempre e comunque mantenuto il rispetto della legalità. È ovviamente auspicabile – ha aggiunto – anzi necessario, un potenziamento del personale di magistratura e amministrativo assegnato alla Procura regionale, per far fronte all’esponenziale aumento del numero delle vertenze già in atto e per quello previsto in avvenire. Sarebbe indispensabile, inoltre, una ‘task force’ fra inquirenti della Corte dei conti, della Procura della Repubblica e personale investigativo dei Copri militari e civili di ausilio nelle inchieste, al fine di gestire l’attuale emergenza (il riferimento è, in particolare, alle inchieste post-sisma, ndr) e garantire i risultati dovuti». Il procuratore regionale ha poi parlato di«servitori dello Stato che, con determinazione e organizzazione, andrebbero concentrati su obiettivi sensibili come L’Aquila e i Comuni interessati dal sisma, per arginare, con un’azione preventiva oltre che dissuasiva, l’avanzata della criminalità organizzata. Anche quest’anno, consapevole del fatto che lo stato di emergenza non è ancora superato – scrive il magistrato nella sua relazione – rivolgo un doveroso saluto agli abitanti dell’Aquila che con caparbietà e coraggio lavorano in attesa di recuperare finalmente una vita normale nella loro città, i quali, a mio avviso, sono i veri eroi del dopo terremoto. Questi abruzzesi forti e gentili – si legge sempre nella relazione – non dimenticano la saggezza del lasciare alle generazioni future sani principi e insostituibili tradizioni. Sono loro che devono vigilare per primi affinché nessuno si appropri senza titolo del denaro pubblico, perché chi ingiustamente incassa, senza dare e senza fare, aiuta L’Aquila a non rialzarsi più».