“L’Abruzzo è all’avanguardia per quanto riguarda il sistema trasfusionale e delle donazioni. Con l’emanazione della L.r. 64/2012 è stata la prima regione italiana ad essersi adeguata alle direttive europee”. A parlare è Pasquale Colamartino, neo direttore del Centro regionale Sangue (CRS) della Regione Abruzzo, istituito presso la Asl 02 di Lanciano-Vasto-Chieti. Si tratta della nuova struttura tecnico-organizzativa complessa che garantisce lo svolgimento delle attività di supporto alla programmazione regionale in materia di attività trasfusionali e di coordinamento e controllo tecnico-scientifico della rete trasfusionale regionale, in sinergia con il Centro Nazionale Sangue (CNS).
Colamartino, vanta un curriculum di tutto rispetto. Direttore del Servizio Trasfusionale della Asl Lanciano Vasto Chieti, già presidente Avis nazionale, presidente Avis regionale fino al 2012 nonché presidente internazionale dei donatori sangue (Fiods), incarico che lo ha portato a rivestire un importante ruolo per la definizione della regolamentazione europea in materia di attività trasfusionale, nonché promotore della costituzione dell’Alleanza europea per la sicurezza e l’autosufficienza del sangue.
In merito alla recente nomina quale direttore del Centro regionale Sangue, ribadisce la necessità di sottoscrivere un ‘Nuovo patto per il Sangue”: “dobbiamo ridefinire nuove regole, fare il nuovo Piano Sangue regionale, visto che siamo fermi al 2001. Così come il Piano Sangue annuale, al quale non siamo abituati, ma che è essenziale se vogliamo adeguarci al nuovo corso, con una programmazione seria per l’autosufficienza regionale”, dichiara Colamartino.
Il tutto riguarderà, più in generale, tutte le procedure relative alla sicurezza, la lavorazione del sangue e la gestione del percorso, a partire dall’origine, ossia dal donatore. Ma non si tratta solo di questo. C’à da regolamentare i rapporti con tutti gli ‘attori’ della filiera sangue e rinegoziare gli accreditamenti uniformandoli alle normative europee. C’è in ballo anche conclusione delle trattative con le Associazioni per la stipula della nuova Convenzione regionale, dopo quattro anni di ritardo, dopo che la Regione aveva disdetto la vecchia Convenzione del 1997.
“Il processo di cambiamento del sistema sanitario per quanto riguarda il sistema trasfusionale, a seguito delle normative europee per l’accreditamento e per la certificazione standard delle procedure dei centri trasfusionali, è la scommessa per il futuro”, conclude Colamartino.