di Emanuela Medoro – Premetto che per me il bicchiere è sempre mezzo pieno. Per quanto riguarda la città nel dopo sisma ho sempre guardato con interesse ed anche un po’ di gioia, in certi casi, ai cantieri in funzione, alle inaugurazioni, dando poca attenzione alle denunce di inadempienze e trascurataggini, a scandali e scandaletti di campanile, di difficile comprensione per non addetti ai lavori.
Sabato pomeriggio, 23 marzo, Piazza Palazzo, il cuore del potere politico della città, era popolata da bancarelle di oggetti di piccolo artigianato e libri inchiesta sul sisma, da gruppetti di gente che scambiava opinioni e da una piccola banda di organetti. Manifesti messaggio chiarivano a tutti i motivi di scontento popolare: chiese e palazzi civili fasciati e puntellati, montagne di rifiuti e macerie nei vicoletti, spazi commerciali in pieno centro, un tempo pieni di merci e clienti, ancora abbandonati come stavano la mattina del 6 aprile 2009. I cartelloni affissi nei dintorni raccontavano di una zona non umanizzata, cioè de antropizzata causa sisma e causa successive promesse dei politici sbandierate ai quattro venti e dimenticate, tutte minuziosamente elencate.
Ed anche, nelle vicinanze di Palazzo Margherita, era presente il sindaco Massimo Cialente, lì un aquilano come tanti, disponibile, cordiale e ben disposto a scambiare due chiacchiere con i passanti. Vederlo lì, come prima del sisma, è stato per me un sogno di ricostruzione, un auspicio: che le istituzioni della città tornino a Palazzo Margherita e che tutti i negozi dei dintorni tornino a lavorare.
Per quanto riguarda la ricostruzione del centro storico ho letto su Facebook una dichiarazione della senatrice Blundo, recentemente eletta a L’Aquila per M5S. Dichiara la senatrice che vorrà occuparsi della ricostruzione. Bene, una voce in più, da quell’altezza, sarà utile, almeno ritengo. Ricordando che quando, un anno fa, la Blundo si candidò a sindaco raccolse pochissimi consensi, risulta evidente che in città il M5S è cresciuto a dismisura nel corso dell’anno del governo Monti. Colgo questa occasione per esprimere una forte riserva mentale sul movimento. Sempre sul web, ho infatti letto più di una volta la seguente frase, riportata integralmente: M5S ha come fine ultimo l’abolizione della democrazia rappresentativa e l’instaurazione di un’altra forma di governo. A questo punto mi torna in mente una frase di G. Fini: attenzione al discorso anticasta ed a quello dei costi della politica, perché oggi si parla di costi della politica e domani si parlerà di costi della democrazia. Quel domani è rapidamente arrivato.
Lei, senatrice Blundo, cerchi di occuparsi preferibilmente di ricostruzione della città anziché di decostruzione del sistema politico, se le è possibile. Sarebbe un’opera di misericordia per l’Aquila e per l’Italia.
PHOTOGALLERY DI LUIGI BAGLIONE