A L’Aquila con la fotografia sociale, per cogliere l’anima di un luogo

di Alessio Ludovici | 26 Giugno 2021 @ 06:15 | RACCONTANDO
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L’AQUILA – Qualche giorno in città per un tenere un corso di fotografia sociale ma anche per tornare con una realtà, quella dell’Aquila, in cui c’è sempre da imparare e da osservare. Sono i fotografi Giulio Di Meo e Danilo Garcia Di Meo, che non sono parenti, e che in collaborazione con SpazioPraxis, ARCI l’Aquila e Teatrabile, hanno organizzato un workshop di fotografia sociale a l’Aquila. Attività teoriche e tanti chilometri da percorrere a piedi. Ieri siamo stati con loro a fare un giro in città, in quelle parti del centro che spesso sfuggono ai riflettori. Oggi, e nei prossimi giorni, il gruppo sarà impegnato ancora sul territorio, in città, ma anche a Onna, a Tempera. Del resto il loro workshop ha l’obiettivo di guidare i partecipanti nelle varie fasi di realizzazione di un reportage: dall’idea alla pianificazione del progetto, dal lavoro sul campo, all’editing e la presentazione finale del progetto. Danilo è già stato qui in città, ci si è fermato per un po’ per un apprezzato reportage sulla vita di un gruppo di adolescenti della nostra. Oggi è qui in una veste diversa, da insegnante, sul campo, di un gruppo di fotografi che arrivano dal nord Italia. Li incrociamo in centro storico, con lo sguardo non più rivolto, come spesso accade, ai danni o alle macerie, ma allo strano vissuto di una città in parte abitata e in parte in ricostruzione. E allora a catturare l’attenzione del gruppo è l’operaio che fa la pausa pranzo e dopo pochi metri il profumo, quello non fotografabile, di un sugo che bolle in una casa riabitata. E’ un po’ qui il senso della fotografia sociale. Lo riassaporiamo qualche metro più giù, a Fontesecco, dove incontrano l’Urban Center L’Aquila. Giulia Tomassi, la presidente, racconta le attività dell’associazione e il percorso di partecipazione che l’Urban Center sta seguendo sul quartiere. Ma c’è anche l’occasione per parlare con gli abitanti e per entrare nel civico 29, per vedere dal vivo le contraddizioni di una città in una città in ricostruzione. E ancora rivediamo quello sguardo a Collebrincioni, dove è il locale circolo Arci ad ospitare il gruppo nel pomeriggio alla scoperta del territorio e delle sue attività e poi in serata a cena con i soci del circolo.
“La fotografia sociale – spiega Danilo – è anche l’impegno su certi temi, e anche per questo volevo tornare all’Aquila e organizzare il workshop qui, perché è un luogo che ha ancora tantissimo da raccontare”. 
 
 

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