C’è un numero che parla chiaro. Su 280 cantieri ispezionati dalla Asl, quasi la metà ha avuto sanzioni per irregolarità, e nel 20% dei casi è stato riscontrato che non sono state garantite le norme di sicurezza sulle demolizioni e il relativo controllo sull’emissione di polveri. Su questo tema, che si continua ad evitare, ci siamo già occupati più volte. Nonostante l’intesa siglata nel luglio 2013 tra Comune, Asl, Ance ed Arta ( sollecitata dal consigliere di Appello per L’Aquila Ettore di Cesare),in nove mesi non sono stati prodotti dati sulle esposizioni alle polveri.
Sono almeno due anni che decine e decine di edifici pubblici e privati, sono e saranno interessati da ordinanze di demolizione con conseguente presenza di aria altamente inquinata, che, chi più chi di meno, respirerà ogni giorno. Oltre all’amianto, che necessita di particolare bonifica, diventano pericolose anche le polveri di silicio, presente in grande quantità nel calcestruzzo, e che può produrre effetti negativi sui polmoni quando si superano certe concentrazioni. L’idrodemolizione,cioe’ quei getti d’acqua che permettono di demolire il calcestruzzo evitando la dispersione della polvere, non bastano a garantire condizioni di salubrita’ dell’aria.
Dopo cinque anni (meglio tardi che mai), l’Inail si fa promotrice di un’intesa con la Asl e il Dipartimento di Medicina dell’Università per formare giovani borsisti e farli diventare “sentinelle” dei cantieri.
Le centraline di rilevamento, non sarebbero più economiche e veloci invece di attendere la formazione e la produzione di risultati? Le interviste…
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Servizio e testo di Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio – L’Editoriale