Nota dell’Assemblea Cittadina – L’iniziativa de Il Centro dal titolo “I miei cinque anni di terremoto”, che vedrà le testimonianze dei personaggi più rappresentativi della città, è senza dubbio meritevole e degna di attenzione. Il primo personaggio ad essere coinvolto è stato, e non poteva essere diversamente, il Professor Colapietra.
Per tanti cittadini il Professor Colapietra è un simbolo di resistenza: la scelta di restare nella sua casa, in centro storico, mantenere la propria autonomia individuale e libertà di pensiero, soprattutto critico, è stata ed è di grande insegnamento.
Per questi motivi, il giudizio che il Professore dà del Popolo delle Carriole “Non è pulendo qualche strada che si ricostruisce. Sono stati poco più che un movimento folcloristico. Poco più di Sant’Agnese”, ci sembra non solo non obiettivo, ma ingeneroso nei confronti della città e di tutti quei cittadini che, sin dall’indomani del sisma, si sono attivati, chiedendo partecipazione, trasparenza, informazione.
E’ ingeneroso e vergognoso ridurre ad aspetto folcloristico la corale indignazione degli aquilani e del Popolo delle Carriole, che, assurgendo all’attenzione nazionale, ristabilì la verità, a scapito della mendace informazione che aveva sino ad allora coperto la realtà cittadina , dando vita ad uno dei pochi momenti, se non purtroppo l’unico, in cui la città è stata e si è sentita Comunità.
Vorremmo sommessamente ricordare al Professore che il Popolo delle Carriole non ha pulito qualche strada, ma ha divelto le transenne, riappropriandosi della zona interdetta e violata con i mucchi di macerie e sporcizia , per denunciare il degrado morale in cui la città stava precipitando.
“Poco più di Sant’Agnese” è l’altra accusa che respingiamo al mittente come infamante: confondere una goliardica usanza di provincia con la presa di coscienza di migliaia di cittadini non solo è ingeneroso, ma fortemente deplorevole. Ricordiamo all’illustre Professore che ben sessanta suoi concittadini sono sotto processo, alcuni già pesantemente condannati, per aver fortemente voluto riprendere nelle loro mani il proprio destino ed il futuro della città.
Eppure, in altre occasioni, il Professor Colapietra aveva espresso solidarietà con il popolo resistente e resiliente: evidentemente, questi cinque anni devono essere stati durissimi, per lui come per tutti gli aquilani.