di Emidio Di Carlo – In tutta la penisola è stata celebrata la “Festa della donna”. Nel capoluogo d’Abruzzo la “Giornata” ha coinvolto davvero tutta la popolazione terremotata.
È stata la “Festa” dell’agonia cheha preso il sopravvento di fronte ai cantieri fermi, agli sprechi riccorrenti accumulati e al clientelismo dilagante. Sergio Rizzo e Gian Luigi Stella, a tre anni dal sisma, hanno riempito le pagine del “Corriere della sera”, evideziando, di fatto, l’incapacità nel governo della città: dall’iniziale convivenza dei politici nell’amministrazione dell’emergenza, alla brama degli stessi di sottrarre alla “cricca” l’affare ricostruzione; quella “ricostruzione” che, in una conferenza stampa, il Senatore Lombardi, lontano ex Sindaco del capoluogo, ha ricordato di essere stata additata da altri, nientemeno!, che la “ciccia”.
Peccato che i colleghi del “Corriere”, noti fustigatori del malcostume politico imperante, non abbiano sottolineato i “meriti” della Giunta Cialente. Per esempio: i palazzi degli uffici del governo tutti ancora disastrati e l’Amministrazione costretta a ricorrere al privato. Ancora: gli studenti non che possono tornare negli edifici scolastici a tutt’oggi disastrati. Altro esempio: anche la periferia è largamente devastata, non solo Onna che appare quotidianamente, sulle pagine della carta stampata a firma di un esclusivo e proprio inviato speciale o sulle emittenti tv di Palazzo grazie agli informatori compiacenti.
Il quartiere di Pettino resta un esempio di “macerie” (anche con scuola elementare) ad ogni livello; come nella gestione di un Consorzio, per i ritardi nelle decisioni della Magistratura, il governo indiffernte lla ricostruzione (parziale e generale) ad ogni livello.
Clamorosi ritardi sommano settimane, mesi, anni. Il Consorzio delle 201 famiglie è l’elemblema di un’agonia che si espande dai centri storici (del capoluogo e delle sue delegazioni) alle aree esterne. In Via Svizzera c’è un cantiere chiuso, dove è possibile recuperare una manciata di abitazioni ripetto ai tanti fabbricati circostanti in balia dell’amara sorte. È stato affisso un cartello: “inizio lavori il 30 giugno 2011”.
Ignorata è però la prescritta data della conclusione dei lavori. Purtroppo, il Comune e la “filiera”, in un’ordinanza, hanno stabilito che i lavori delle abitazioni classificate B vanno completati in sei mesi pena la perdita del contributo per la ricostruzione. Purtroppo, dal “30 dicembre 2011” si è arrivati a marzo 2012 e il cantiere è fermo, sigillato. Quanto alla spesa, considerato che i lavori non sono stati effettuati nel tempo prescritto è da ritenere che sia andata persa.