17° Premio Benedetto Croce: Scarpa, Fiano, Rinaldi, Stassi i vincitori
di Marianna Gianforte | 12 Luglio 2022 @ 06:05 | CULTURA
L’AQUILA – Ha raggiunto l’età di un adolescente il ‘Premio nazionale cultura Benedetto Croce’, ideato dal giornalista Pasquale D’Alberto e presentato ieri a palazzo dell’Emiciclo: 17esima edizione di uno dei premi culturali e letterari più vivaci nel panorama nazionale. Un premio che prende l’avvio all’inizio dell’anno, coinvolgendo 42 giurie popolari, delle quali 36 sono scuole di tutto l’Abruzzo e non solo, in quanto da diversi anni hanno aderito anche scuole della Puglia, della Basilicata, delle Marche, dell’Emilia Romagna e della Toscana: 1.500 ragazzi e ragazze delle scuole medie superiori che, dopo aver studiato, analizzato e riflettuto, indicano gli autori che, secondo il loro punto di vista, potrebbero essere i vincitori o le vincitrici.
Il ‘Premio letterario Benedetto Croce’ è diventato, nel tempo, qualcosa di più di un premio: è un ‘movimento’, un’affezione, un legame, una voglia grande di partecipare e di ‘sapere’, dietro alle cui quinte ragionano, studiano e propongono tanti giovani. Al loro fianco, anche le persone private della libertà di due case circondariali abruzzesi. La parola finale, poi, naturalmente, passa alla giuria letteraria, presieduta da una grande donna e scrittrice che ha scelto Pescasseroli come suo luogo del cuore: Dacia Maraini. Al fianco di D’Alberto, ieri, oltre a Maraini, anche il consigliere regionale Americo Di Benedetto in rappresentanza della presidenza del Consiglio regionale, due docenti di altrettanti istituti aquilani coinvolti e l’assessore Annino Del Principe.
Il festival si terrà il 29 e 30 luglio 2022 a Pescasseroli. Nella categoria ‘saggistica’ verranno premiati ex aequo ‘Lo stile dell’abuso’ (Treccani) di Raffaella Scarpa e ‘Il profumo di mio padre’ (Piemme) di Emanuele Fiano. Nella categoria ‘letteratura giornalistica’ ha prevalso ‘C’ero anch’io su quel treno’ (Solferino) di Giovanni Rinaldi. Si aggiudica la categoria ‘narrativa’ ‘Maestro Geppetto’ (Sellerio) di Fabio Stassi. Il premio alla memoria va a ‘Roberto Calasso’, fondatore della casa editrice Adelphi, venuto a mancare un anno fa.
Il programma del 29 e 30 luglio a Pescasseroli è ricco di eventi: saranno ricordati i settanta anni dalla morte di Benedetto Croce e i cento anni dall’istituzione del Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.
La sera del 29 luglio ci sarà l’incontro con lo scrittore Rinaldi che parlerà del suo libro ‘C’ero anch’io su quel treno’, che racconta la storia di alcuni ragazzi del Sud Italia che subito dopo la seconda guerra mondiale emigrano al nord in cerca di fortuna. La mattinata del 30 luglio ci sarà l’incontro con la presidente della giuria, la scrittrice Maraini, e nel pomeriggio la consegna ufficiale dei premi.
“Gli scritti vincitori di questa edizione hanno una caratterista particolare, quella di affrontare il tema paterno, come se si volesse dare nuova centralità a questa figura spesso trascurata – ha spiegato Maraini -. Stessa premura l’ho notata anche nel recente premio Strega: segno che il rapporto con il padre e con la famiglia in generale è in crisi, o sta vivendo una profonda trasformazione. L’altro tema che emerge è la memoria, non un caso in questi tempi in cui la guerra è tornata prepotentemente al centro delle cronache. La memoria, come processo di conoscenza e consapevolezza, è tornata a riaffiorare come elemento, non soltanto fonte di conoscenza e consapevolezza, ma come strumento di resistenza a un modello consumista che logora l’uomo”.
Di Benedetto ha evidenziato l’apporto presente e futuro del Consiglio regionale a questo premio:
“L’assemblea regionale non ha avuto solo un ruolo nel finanziare il Premio ma si è mossa attivamente nel supporto alle giurie popolari che vanno a decretare i vincitori. Mi sono confrontato con il presidente del premio D’Alberto sulla volontà di lavorare a un parco tematico su Benedetto Croce, non solo per mantenere viva la memoria di un grande abruzzese, ma per veicolare gli ideali che hanno mosso la sua opera filosofica e letteraria”.
Un programma articolatissimo nella due giorni clou di fine luglio; ma “il lavoro parte molto prima, a marzo con il fervore delle diverse giurie”, ha detto D’Alberto, sottolineando l’importanza e l’urgenza di “faro conoscere meglio e in modo diffusiovo la figura di un uomo importante come Benedetto Croce”, che fu originario proprio di Pescasseroli, filosofo, storico, politico, critico letterario e scrittore, ministro della Pubblica istruzione tra il 1920 e il 1921, quando capo del Governo era Giovanni Giolitti.