L’esplosione avvenne il 12 dicembre 1969 alle ore 16:37: una bomba scoppiò nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana, uccidendo diciassette persone (quattordici sul colpo) e ferendone altre ottantotto. Nei primi attimi dopo l’attentato non ci si rese conto della reale natura della deflagrazione, tant’è che si diffuse la notizia non dello scoppio di una bomba, bensì quella dell’esplosione della caldaia della banca stessa. Le successive esplosioni e i segni evidenti dello scoppio di un ordigno tuttavia smentirono quasi subito le prime voci circolate e misero i milanesi e il resto del Paese davanti alla tragica realtà dei fatti. L’ordigno fu collocato in modo da provocare il massimo numero di vittime: sotto il tavolo al centro del salone riservato alla clientela, di fronte all’emiciclo degli sportelli. La potenza dell’esplosione è testimoniata dagli effetti distruttivi sui locali devastati. Secondo Fabrizio Calvi e Frédéric Laurent «non si sbaglierebbe a paragonare il trauma che provocò con quello subito dagli americani dopo l’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy».
Una seconda bomba viene rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala. Vengono eseguiti i rilievi previsti e successivamente viene fatta brillare distruggendo in tal modo elementi probatori di possibile importanza per risalire all’origine dell’esplosivo e a chi abbia preparato gli ordigni. Una terza bomba esplode a Roma alle 16:55 dello stesso giorno nel passaggio sotterraneo che collega l’entrata di via Veneto della Banca Nazionale del Lavoro con quella di via di San Basilio, ferendo tredici persone. Altre due bombe esplodono a Roma tra le 17:20 e le 17:30, una davanti all’Altare della Patria e l’altra all’ingresso del Museo centrale del Risorgimento, in Piazza Venezia, ferendo quattro persone.
Si contano dunque, in quel tragico 12 dicembre, cinque attentati terroristici, concentrati in un lasso di tempo di appena 53 minuti, che colpiscono contemporaneamente le due maggiori città d’Italia: Roma e Milano.
Sebbene la vicenda sia tuttora oggetto di controversie, le responsabilità di questi attacchi possono essere ricondotte a gruppi eversivi di estrema destra, che miravano a un inasprimento di politiche repressive e autoritarie tramite l’instaurazione di un clima di tensione nel paese.
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